domenica 25 giugno 2017

COMMENTO DE "LA NOIA" DI ALBERTO MORAVIA

Di Alberto Moravia avevo già letto Gli indifferenti ed ero rimasto piacevolmente colpito dal suo modo di scrivere e di trattare i malesseri dell'animo umano.
La noia tratta una delle forme in cui si manifesta il male di vivere. Il protagonista della vicenda, Dino, è figlio di una ricca donna d'affari. Dalla madre si stacca perché disgustato dalla vita ricca e ipocrita che essa gli può dare, egli però non fugge solo dalla brama di denaro e dalle convenzioni sociali. Dino è infatti dilaniato dalla noia, un sentimento particolare che non consiste nella mancanza di divertimento, si tratta bensì della sensazione di essere totalmente avulso dal mondo circostante. A Dino nulla sembra appartenere alla sua vita, nei suoi momenti di noia percepisce tutto come estraneo e privo di qualsiasi rapporto con lui.
Nel momento in cui abbandona le sue velleità di pittore, constatando di non essere in grado di dipingere nulla, come se la sua anima fosse priva di segni da tracciare su tela, un evento inaspettato gli sconvolge la vita. Il suo vicino di casa, il pittore Balistrieri, muore. Dino incontra la giovane amante del pittore, Cecilia, e con lei avvia una relazione sessuale. Cecilia si mostra subito un'amante atipica, non giura amore all'uomo ma nemmeno lo tratta come un oggetto, non sembra interessata ai suoi soldi ma non li rifiuta quando questo glieli offre, intraprende un'altra relazione sessuale con un giovane attore ma non tronca quella con Dino. L'apparente distacco dagli eventi della sua esistenza che mostra Cecilia, la veste di un manto di inafferrabilità che fa uscire Dino dalla noia. Questa novità però spaventa il protagonista che fa di tutto per liberarsi di lei, finendo però sempre più sprofondato in questa relazione particolare.

Argomento centrale del romanzo è la noia, che l'autore non intende come assenza di divertimento, ma come senso di distacco dal mondo circostante. La noia è uno stato dell'animo con cui il protagonista convive fin da bambino, quando poi sembra trovare qualcuno capace di tirarlo fuori, Cecilia, egli cerca di liberarsene per tornare a quello che era, seppur penoso, uno status quo. Come nelle sabbie mobili però, più Dino si dibatte per liberarsi e più sprofonda, quindi quella che nasce come una semplice relazione sessuale finisce per coinvolgerlo a livelli maniacali, portandolo a compiere azioni disoneste di cui mai prima si sarebbe macchiato.
Nel romanzo è spesso descritta la vita come un'oscillazione tra dolore e noia, pensiero che richiama le idee di Leopardi e Schopenauer.

Il romanzo La noia ha pochi personaggi, tutti però a loro modo sono molto interessanti.
Dino è il protagonista, nonché voce narrante. Tutto ciò che accade lo vediamo attraverso i suoi occhi, così anche i tratti psicologici degli altri personaggi passano per i suoi stati d'animo. Evita rapporti con la madre per sfuggire sia alla sua ricchezza che alla sua mentalità alta borghese, si presenta da lei solo quando ha bisogno di soldi. Nella sua vita è spesso preda di momenti di noia, per questo si rifugia nella povertà, poi nell'arte, infine in Cecilia. Solo l'ultimo elemento finirà davvero per liberarlo, prima però egli farà di tutto per liberarsene finendo sempre più impantanato in una relazione che lo spinge a comportamenti maniacali. Non ama Cecilia, desidera possederla per stabilire con lei quel rapporto che sente di non avere con le cose del mondo, ma sente sempre di non riuscirci e ciò lo sprofonda nell'angoscia.
Cecilia è il personaggio più ambiguo del romanzo. Si tratta senza dubbio di una ragazza molto giovane che cerca con avidità il continuo soddisfacimento degli appetiti sessuali. Non appena muore il suo amante, il vecchio Balistrieri, finisce a letto con Dino. Mentre si incontra con Dino poi, intraprende una relazione sessuale con un giovane attore, inoltre si scopre che aveva un altro uomo anche quando stava con Balistrieri. Non prova un amore profondo ed esclusivo per qualcuno, nemmeno si interroga più di tanto sulla natura dei propri sentimenti, semplicemente fa quello che si sente di fare e per questo si concede a chiunque le interessi. Accetta soldi dai propri amanti, eppure non può essere definita approfittatrice perché da Dino potrebbe averne molti di più, invece sceglie di "accontentarsi", inoltre rifiuta da lui una proposta di matrimonio molto conveniente. Ha poco spirito di osservazione e sembra fare le cose per meccanicità, senza mai mostrarsi preda di sentimenti forti, tanto da indurre a pensare che lei stessa manifesti una forma di noia e che tenti di superarla appagando un avido desiderio sessuale.
La madre di Dino compare poco, si manifesta però come la classica donna dell'alta borghesia molto attenta alle apparenze ed alle ricchezze. Ella biasima lo stile di vita del figlio e con lui tenta sempre di giocare la carta dei soldi, cercando di ottenere qualcosa in cambio ogni volta che gliene presta. 

La noia è un romanzo che descrive in modo molto approfondito una forma di male di vivere, cioè la sensazione di essere qualcosa di avulso dal mondo, di non avere alcun rapporto con ciò che ci circonda. Nonostante la complessità dell'argomento e la necessaria piattezza della trama (un personaggio come Dino non poteva in alcun modo vivere avventure mirabolanti, il romanzo punta molto di più sull'introspezione), il romanzo è piacevole da leggere. Vi avviso però che i personaggi possono risultare odiosi, l'autore infatti si è preoccupato di rivoltare il loro animo ed esporre quelli che sono i lati peggiori del loro carattere. L'odiosità dei protagonisti li rende però veri e credo sia il segreto della grandezza di questo romanzo.

Francesco Abate

Nessun commento:

Posta un commento

La discussione è crescita. Se ti va, puoi lasciare un commento al post. Grazie.